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Mostre, convegni e un libro per ricordare, attraverso le opere fotografiche di 6 autori

Il Foto Archivio Storico Trevigiano della Provincia di Treviso è tra i vincitori del bando “Strategia Fotografia 2023” del Ministero della Cultura grazie a un progetto multidisciplinare intitolato “Calamita/à: indagini e ricerche sui territori del Vajont”. Proprio in questi giorni è arrivata la comunicazione ufficiale dal MIC, che ha dato responso positivo: l'iniziativa ha infatti ottenuto un finanziamento di 63.300 euro che consentirà di sviluppare, nel corso del prossimo anno, una rassegna di mostre fotografiche dedicate, convegni e un libro con gli scatti di 6 autori coinvolti, nazionali e internazionali, per offrire uno sguardo eterogeneo sul tragico evento che, 60 anni fa, provocò l'inondazione di numerosi Comuni ai piedi del Monte Toc causando la morte di migliaia di persone.

Obiettivo del bando ministeriale era quello di individuare proposte culturali che incentivassero la produzione, la conservazione e la valorizzazione della fotografia e del patrimonio fotografico italiano: il FAST della Provincia, istituito nel 1989 con l'acquisizione del fondo Giuseppe Fini e ampliato nel corso del tempo grazie a numerose donazioni di rilevanza storica, custodisce oggi un archivio di 600.000 immagini, tra cui anche preziosi materiali relativi al Vajont finora mai esposti.

Il progetto artistico “Calamita/à: indagini e ricerche sui territori del Vajont” intende affrontare il tema attraverso gli scatti di 6 autori del panorama contemporaneo, ovvero Gianpaolo Arena, Marina Caneve, Céline Clanet, François Deladerriere, Petra Stavast e Jan Stradtmann, che saranno al centro di mostre dedicate negli spazi del FAST della Provincia di Treviso, Spazio Labo' – Centro di fotografia di Bologna e del museo M9 di Mestre. Ad affiancare le esposizioni, convegni ad hoc con le voci e i contributi degli autori, di docenti, ricercatori ed esperti per analizzare il drammatico evento del Vajont da molteplici punti di vista: geopolitico, trasformazioni territoriali, crisi climatica, flussi migratori, emarginazione sociale delle minoranze e identità.

Al FAST della Provincia di Treviso, al Sant'Artemio, saranno esposti gli scatti degli autori nella loro interezza, in nuclei indipendenti, ciascuno con il proprio testo di descrizione; la mostra sarà affiancata dall'esposizione dei materiali d'archivio riguardanti il Vajont custoditi dal FAST stesso e finora mai esposti. In sede espositiva sarà anche riprodotta un'opera di sound art, realizzata in collaborazione con l'etichetta discografica Silentes/13.

“Un grande orgoglio vedere il progetto del nostro Foto Archivio Storico Trevigiano tra i vincitori del bando del Ministero della Cultura – sottolinea Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – la tragedia che travolse, 60 anni fa, le comunità bellunesi limitrofe alla diga del Vajont ha causato la perdita di migliaia di cittadine e cittadini, rimanendo impressa con profondo cordoglio nella memoria di tutti i veneti: questo progetto del FAST, in collaborazione con il museo M9 e con Spazio Labo', gli artistici e numerosi ricercatori e studiosi, rappresenta una nuova e importante occasione per ripercorrere quanto accaduto e approfondirlo in modo analitico, anche alla luce dello scenario attuale del territorio e dell'evoluzione che vissuto da allora. Abbiamo tenuto alta l'attenzione sul dramma del Vajont anche come UPI Veneto: proprio quest'anno, infatti, insieme all'amico e presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, abbiamo commemorato le vittime della catastrofe alla presenza del Ministro alla Protezione Civile Musumeci, in visita a Longarone nei mesi scorsi. Un'occasione per ricordare anche l'indispensabile ruolo dei volontari di Protezione Civile per la protezione e la tutela del territorio e della comunità, insieme all'urgenza di un maggiore coinvolgimento delle Province, già sottolineata nelle richieste al Governo di revisione della legge 56/2014, nei tavoli operativi in materia di tutela territoriale, prevenzione dei fenomeni di desertificazione e dissesto, risanamento idrogeologico e messa in sicurezza delle situazioni di rischio, quali interlocutori fondamentali non solo per l'autorità in materia di viabilità provinciale, ma anche per il cospicuo patrimonio informativo raccolto e consolidato con la lunga esperienza passata. La mostra con i preziosi materiali del FAST al Sant'Artemio, il prossimo anno, sarà sicuramente buona opportunità di riflessione anche su questi temi”.

01 Gennaio 2005

I.C.A.

Inseguridad Colectiva y Autoprotección
Insicurezza collettiva e difesa personale

Urb-AL Rete n. 14 “Sicurezza urbana”.

La concettualizzazione del progetto I.C.A. è nata dalla volontà della rete di collaborazione Europa – America latina di rafforzare le conoscenze e le capacità degli enti e organismi responsabili di intervenire nelle situazioni di emergenza e di rischio per la collettività. Questa iniziativa è il risultato delle sessioni di lavoro che hanno avuto luogo a Valparaiso (Cile) nell’ottobre 2004, nel quadro della riunione annuale della rete tematica Urb- AL n. 14 “Sicurezza urbana” che si poneva l’obiettivo di affrontare i temi della sicurezza urbana nelle sue diverse accezioni, tra cui anche l’insicurezza derivante da rischi antropici e naturali.

La rete di cooperazione del progetto I.C.A. guidata dal Comune di Santa Cruz di Tenerife, territorio particolarmente soggetto a smottamenti, terremoti e altre forme di rischio naturale e antropico, si proponeva di: stabilire una metodologia comune per l’identificazione, la valutazione e l’analisi dei rischi; per la definizione dei protocolli e delle pertinenti direttive volti a limitare l’aggravamento di situazioni di emergenza; sensibilizzare le autorità e i tecnici sui rischi delle loro località e sulle opportunità di insegnare adeguatamente alla popolazione, attraverso delle reti di collaborazione locale, il modo di reagire nei diversi tipi di emergenza e di catastrofe, prima (prevenzione), durante (intervento) e dopo.

In particolare, i partner hanno proceduto ad analizzare e confrontare i rispettivi sistemi di protezione civile, a mappare le autorità preposte alla prevenzione e gestione del rischio e identificare gli strumenti di comunicazione utilizzati tra le autorità preposte alla prevenzione e gestione del rischio nonché quelli verso la popolazione. I lavori di confronto tra i tecnici di protezione civile delle istituzioni partner si sono tradotti nella realizzazione di un manuale “Pratiche per la gestione del rischio di catastrofi a livello locale”.

BUDGET DEL PROGETTO
€ 208.086,68

BUDGET DELLA PROVINCIA DI TREVISO
€ 6.799,00

DURATA
24 mesi (2005-2007)

PARTNER Coordinatore: Comune di Santa Cruz de Tenerife – Spagna; Provincia di Treviso – Italia; Asturia – Spagna; Comune di Junín – Argentina; Calama Comitato Provinciale di emergenza – Cile; Comune di Asserì – Costa Rica; Comune di Riobamba – Ecuador; Comune di Santa Tecla – El Salvador; Comune di Independencia – Perù

Informazioni aggiuntive

  • Sottotitolo - Descrizione progetto Sperimentazione di una metodologia di indagine integrata delle acque sotterranee volta all’identificazione di interventi di risanamento sulle fonti principali di inquinamento.
Pubblicato in Ambiente

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